Il valore di una classifica

Il valore di una classifica

Autore: The Doctor

Alzi la mano chi non ha mai guardato (o almeno sbirciato) la classifica dei primi 100 giochi di Boardgamegeek. Alzi l’altra mano chi non ha pensato che un gioco era troppo in basso, un altro era sopravvalutato, un altro ancora non avrebbe proprio dovuto esserci.

Naturalmente considerazioni del genere valgono, per definizione, in merito a qualunque classifica, dalle 100 canzoni più belle di tutti i tempi ai 10 film da vedere almeno una volta nella vita, ecc. ecc.

La soggettività dei giudizi è l’ovvia conseguenza della diversità dei gusti di ciascuno di noi e pertanto è sostanzialmente impossibile trovare una classifica – indipendentemente dal fatto che sia stata redatta da un consesso di esperti in materia o dal negoziante sotto casa – che ci possa trovare d’accordo al 100%. Se poi le classifiche, come in questo caso, sono stilate da un pubblico votante assai numeroso e partecipe, i cambiamenti delle posizioni rischiano di essere molto frequenti.

Mi è capitato recentemente di rivedere la classifica di Boardgamegeek e mi sono venute in mente alcune considerazioni delle quali mi accingo a rendervi partecipi. I giocatori non neofiti ricorderanno probabilmente che fino ad alcuni anni fa la suddetta classifica, pur con alcune ovvie variazioni nel corso del tempo, era rimasta a lungo abbastanza stabile, tanto che era facile commentare “Ah sì, quel gioco è intorno alla decima posizione di Boardgamegeek, quindi vale la pena di provarlo.”
Parlo dei tempi in cui la prima posizione era stabilmente occupata da Twilight Struggle e sul podio o giù di lì brillavano le stelle di Puerto Rico e Agricola (sì, quelli della decennale diatriba “ma è meglio Puerto Rico o Agricola?”, degno seguito di “ma è più forte Hulk o La Cosa?”).
Andando ancora a memoria, tra i primi dieci si annoveravano Through the Ages, Le Havre e I Castelli della Borgogna (all’epoca non ancora tradotto in italiano), mentre Caylus e 7 Wonders venivano appena dopo.

Oggi la classifica è completamente stravolta rispetto ad allora, pur essendo trascorsi, tutto sommato, solo pochi anni. E qui il sottoscritto inizia ad avere qualche perplessità.

Non sono un boardgamer che passa giorni e notti a fare partite sia dal vivo sia on line (anzi, io e la tecnologia abbiamo un rapporto piuttosto conflittuale), però faccio giochi da tavolo da molti, molti anni e credo di conoscerne decisamente un buon numero. Ammetto che tanti giochi non li ho ancora provati (alcuni forse non li proverò mai…) e quindi mi asterrò dal dare giudizi su ciò che non conosco. Però….

Prima considerazione.

Se date un’occhiata ai titoli, vi accorgerete che moltissimi di quelli che occupano le prime posizioni sono “new entries”, mentre parecchi dei “grandi classici” sono precipitati sempre più in basso (tanto per fare qualche esempio, tra quelli che ho citato sopra, attualmente Puerto Rico fa capolino alla posizione 22, Agricola alla 26, Le Havre alla 41, Caylus addirittura alla 51).

Uhm.

Seconda considerazione.

Andando più nel dettaglio, è facile accorgersi che tra i primi 10 in classifica nel momento in cui scrivo, solo Twilight Struggle risale a prima del 2015 (per l’esattezza nel 2005), mentre ben nove hanno visto la luce dal 2015 in avanti.

Se analizziamo i primi 100, ve ne sono solo 19 usciti prima del 2008, 38 usciti fra il 2009 e il 2014 e ben 43 usciti dal 2015 ad oggi.

Doppio uhm.

Terza considerazione.

E’ facile, forse inevitabile, fare confronti fra giochi.

Quando vedo uno Scythe alla posizione numero 9, la prima considerazione che mi viene da fare è che si tratta di un gioco decisamente bello e al quale darei sicuramente un voto molto alto. Ma è più bello di El Grande (posizione 58), di Caverna (posizione 23) o dei già nominati Puerto Rico e Caylus?

Oppure mi accorgo che Terraforming Mars è al 3° posto. Altro gioco notevolissimo, uno dei migliori – anche per originalità, a mio modesto parere –  usciti negli ultimi anni. Ma è davvero superiore a Terra Mystica (posizione 12) o ad Alta Tensione (posizione 34)?

Azul (posizione 38) è probabilmente uno dei filler più geniali di sempre. Tutti convinti che sia meglio di 7 Wonders (posizione 48) o di Splendor (posizione 133)? Io no. Triplo uhm.

Potrei andare avanti a lungo, ma volevo solo esprimere un concetto. Per quanto riguarda i giudizi sui singoli giochi ovviamente ogni testa è un mondo. L’impressione però che ho guardando oggi la classifica di Boardgamegeek  (da considerare, piaccia o meno, il sito di riferimento mondiale per ogni giocatore) è che molti votanti esprimano le loro opinioni in modo assai diverso da quanto accadeva un po’ di tempo fa, rendendola nel complesso meno “oggettiva” (termine da usare con le doppie pinze) rispetto al passato.

Butto lì qualche possibile spiegazione.

1) Un gioco può essere considerato particolarmente divertente nel gruppo di amici con i quali lo si utilizza. Oppure ad un gioco si può essere particolarmente affezionati per altri motivi. Tuttavia questo non vuol dire considerarlo uno dei giochi più belli di sempre. Da cultore di Lovecraft, adoro Arkham Horror, che ha un’ambientazione eccezionale, ma non mi sognerei mai di votarlo come uno dei dieci giochi migliori che conosco. Ho idea che pochi facciano questo ragionamento quando danno 10 a un gioco su Boardgamegeek.

2) Posso sbagliare, ma mi sembra che negli ultimi anni il mondo dei giochi da tavolo abbia conquistato un po’ di spazio in più anche tra le persone che ne ignoravano del tutto l’esistenza. Chiunque sia stato ad una mostra come Cartoomics a Milano avrà probabilmente notato che lo spazio dedicato ai fumetti (fino ad alcuni anni fa gli unici protagonisti dell’allestimento) si è progressivamente ridotto, mentre è andato notevolmente aumentando quello per i giochi, anche con stand molto ampi che catturano, facendo provare gli ultimi arrivi, sia gli esperti sia coloro che conoscono solo Monopoli e Risiko. Insomma, i boardgames sono ancora di nicchia, ma è una nicchia decisamente più grande rispetto a un po’ di tempo fa.

3) La conseguenza di quanto sopra è che molti nuovi giocatori iniziano a conoscere (e ad apprezzare) i giochi più recenti, magari limitandosi a quelli più scenografici e spettacolari (le miniature di Blood Rage o Lords of Hellas catturano l’occhio come pochi altri sanno fare) e in ogni caso spesso senza conoscere i giochi che rientrano nella categoria che ho definito “i grandi classici”. Il concetto “è nuovo, quindi è meglio del vecchio” è purtroppo sempre molto diffuso in tutti i campi (sì, ho un animo vintage, credo si sia capito….).

Ora, se questi “new gamers” (in Italia come all’estero, la classifica di Boardgamegeek è internazionale) decidono di votare, sarà facile capire come mai troviamo Terraforming Mars al 3° posto e El Grande al 58°. Così, per un quarantenne che dà 10 a Bora Bora, Alta Tensione e Tzolk’in, probabilmente ci saranno trenta ventenni che danno 10 a Gloomhaven e Star Wars Rebellion.

Detto questo, i miei sonni notturni non verranno certo turbati dal mio disappunto nell’osservare la classifica (al limite, è più facile che vengano turbati da un Grande Antico).

Le mie riflessioni lasciano il tempo che trovano, anche perché nel mondo dei giochi l’importante non è la classifica di Boardgamegeek, ma il fatto che ognuno possa liberamente divertirsi con quelli che preferisce, siano essi german spaccacervello, wargames, fillerini, role-playing o quant’altro e ogni giocatore che si rispetti continuerà a privilegiare i suoi giochi preferiti anche se fossero oltre la millesima posizione nella classifica di Boardgamegeek. Per fortuna.

E parlando di classifiche, a breve inizierà quella del Gioco LFC 2019! Se ancora non lo avete capito dalla locandina….

Buon gioco a tutti!

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